Il vuoto a rendere: possibilità per ridurre il monouso

Alcuni esempi recenti nel contesto italiano.

Tempo di lettura: 4 min

 


I termini “porta il tuo contenitore” e “vuoto a rendere” rappresentano due importanti strumenti per ridurre la produzione di rifiuti da imballaggio. Un ulteriore strumento di interesse spesso menzionato è il “deposito cauzionale”, che tuttavia ha uno scopo differente: migliorare la raccolta selettiva di specifici imballaggi per avviarli a riciclo.
La pratica del portare il proprio contenitore è stata introdotta in Italia con la legge n. 141 del 12/12/2019 (cd. Decreto Clima): questa norma introduce la possibilità di portare nei supermercati i propri contenitori riutilizzabili da casa, per riempirli con qualsiasi prodotto sfuso, purché siano puliti e chiudibili. Tuttavia non è una pratica attualmente molto diffusa, soprattutto vista la scarsa conoscenza della legislazione sia tra i cittadini che tra i dipendenti del settore. A volte, ad esempio, i dipendenti dei supermercati accettano i contenitori solo come concessione, o li rifiutano dichiarando di non aver ricevuto direttive chiare.
Quando si parla di vuoto a rendere e di deposito cauzionale si intende invece l’acquisto di un prodotto sul cui imballaggio è posta una cauzione, in aggiunta al prezzo di vendita. La cauzione verrà restituita quando l’imballaggio vuoto verrà riportato in un punto di raccolta. I due sistemi si differenziano per la gestione successiva dell’imballaggio: nel primo caso verrà sanificato e rimesso in circolo, nel secondo verrà avviato a riciclo (spesso in un circuito closed-loop (1) ). 

 

Diversi sono gli esempi che mostrano l’applicazione a livello italiano del sistema del “vuoto a rendere” – oltre al più classico e ormai consolidato vuoto a rendere sulle bottiglie di vetro – e di casi che favoriscono l’utilizzo del proprio contenitore.

Dal 1° febbraio 2023 a Milano è partita una sperimentazione di sei mesi, presso 13 negozi della catena NaturaSì, che dà la possibilità di ritirare un kit gratuito di 4 contenitori diversi da utilizzare per gli acquisti in gastronomia. 
Sempre a Milano si è svolto un altro progetto sperimentale, della durata di due anni, concluso a inizio anno, che ha promosso l’uso di contenitori riutilizzabili per il take-away: i locali aderenti hanno dato la possibilità di scegliere il contenitore e/o il bicchiere lasciando un deposito cauzionale o utilizzando l’apposita app. Al temine, basta restituire il contenitore ad uno dei locali del circuito per riavere indietro il deposito. Questo contenitore sarà lavato e igienizzato prima di essere nuovamente utilizzato.
A Varese, invece, nel 2019 è nata Spesa Sballata, un progetto che coinvolge supermercati, negozi, pizzerie e campeggi, offrendo loro la possibilità di usare contenitori in plastica durevole e riutilizzabile, realizzati dalla start-up Aroundrs. Questa sperimentazione ha luogo tra maggio e ottobre 2023, e funziona mediante l’app della start-up; avvenuta la consegna, il contenitore può essere restituito entro sette giorni, altrimenti verranno addebitati 10 euro.
Il progetto è diffuso in diverse Città, tra cui Torino, con alcuni esercizi commerciali, in particolare gastronomie. Per conoscere tutti gli aderenti, è possibile consultare la mappa scaricando l'applicazione.
Sempre a Torino, nel 2019 è stato lanciato il progetto Plastic Free Movida (PFM) dall’associazione torinese di promozione sociale GreenTo. Il progetto ha messo a disposizione del circuito di locali aderenti bicchieri in plastica rigida (lavabile e riutilizzabile) per l’acquisto di drink, versando una cauzione. L’aspetto innovativo risiede nella possibilità di restituire il bicchiere (e ricevere indietro la cauzione) in qualunque locale aderente del circuito. 
Il progetto ha tuttavia riscontrato alcune criticità nella gestione e non sembra più, purtroppo, molto diffuso. Nonostante ciò, si tratta di un’esperienza proficua per la Città e alcuni bar e locali hanno consolidato un proprio sistema che prevede l’utilizzo di bicchieri riutilizzabili con il versamento di una cauzione.

 


Per quanto la scelta tra riutilizzabile e monouso rimanga in capo ai consumatori, la limitatezza dell’applicazione di questi sistemi molto spesso non dà al cliente la possibilità di scegliere.
Una novità  viene dalla Germania per arginare questa problematica: l’introduzione di una legge, in vigore dal 1° gennaio 2023, garantisce ai consumatori la scelta di essere serviti con imballaggi riutilizzabili. I locali, così come le mense e gli autogrill, sono infatti obbligati a servire i prodotti in contenitori lavabili e riutilizzabili (oltre a contenitori usa e getta), ma anche a non chiedere un supplemento di prezzo per queste nuove opzioni per il take-away; potranno solo fissare una cauzione che verrà restituita con la restituzione del contenitore.

 


Tutte le iniziative elencate, e non solo, a volte anche sperimentali, ci mostrano come un cambiamento di rotta nella gestione del packaging sia possibile, sensibilizzando e incentivando la popolazione e le imprese all’adozione di sistemi e buone pratiche per il riuso.

 


Vuoi ridurre l’utilizzo di imballaggi nei tuoi acquisti quotidiani? Consulta la nostra mappa dei Punti Riduci e Riusa!


 

(1) Con il termine closed-loop si intende un sistema completamente circolare di raccolta e riciclo di rifiuti, che verranno avviati a recupero di materia per fabbricare lo stesso prodotto da cui derivano.


Alessia Santoro 

Per approfondimenti:
Contenitori riutilizzabili per l’asporto, ecco le sperimentazioni italiane (Economia circolare)
“Contenitori riutilizzabili nei supermercati? Un tabù”. Il test di Greenpeace (Economia circolare)
Takeaway, dal primo gennaio scatta l'obbligo di offrire imballaggi riutilizzabili (Europa today)
La Città metropolitana di Torino aderisce alla nostra Campagna “A Buon Rendere - molto più di un vuoto” (Comuni virtuosi)

Leggi anche:
La proposta di regolamento imballaggi della Commissione UE: la posizione di Montecitorio

Organizzare eventi senza usa e getta?
Modelli di riuso

Data