Organizzare eventi senza usa e getta?

Da oggi è sempre più facile grazie alla guida “Eventi moNOuso”, a cura di ANCI Emilia-Romagna e ATERSIR.

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Dal 2019 ANCI Emilia-Romagna ha dato il via ad un percorso di approfondimento nella definizione e implementazione di strategie locali per la prevenzione dei rifiuti. Tale scelta nasce dalla considerazione che l’approccio “plastic-free”, alla base della maggior parte delle iniziative, contribuisce ancora oggi a consolidare l’erronea percezione che basti sostituire la plastica di origine fossile con altri materiali per rendere “sostenibile” l’usa e getta.

ANCI ER, con la collaborazione dell’Azienda Territoriale Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti (ATERSIR), ha realizzato la guida “Eventi moNOuso” che presenta delle soluzioni organizzative e operative per ridurre i rifiuti negli eventi. La guida pone una particolare attenzione sull’utilizzo di imballaggi monouso per la somministrazione di alimenti e bevande. 
Questo vademecum è particolarmente necessario: troppo spesso, infatti, per questo tipo di iniziative vi è una scarsa attenzione agli accorgimenti organizzativi che consentirebbero di ridurre a monte la produzione complessiva di rifiuti e, con essa, il consumo di materie prime ed energia. 
Tipicamente, tali iniziative pongono sullo stesso piano l’utilizzo di contenitori e stoviglie riutilizzabili con quelli monouso in materiali diversi dalla plastica tradizionale; due alternative che presentano ricadute ambientali profondamente diverse in relazione al consumo di risorse naturali, energia, emissioni e produzione di rifiuti.

Le soluzioni applicabili, elencate nella guida, dipendono dalla tipologia di evento e da numerosi aspetti tecnici, quali ad esempio: location, durata, numero atteso di partecipanti, presenza o meno di stand e punti di somministrazione gestiti da soggetti terzi.

Pur considerando le enormi differenze, si possono dividere gli eventi in due macro-categorie: ristorazione con consumazione sul posto e somministrazione per il consumo d’asporto/“to-go.

 

La prima categoria si tratta di manifestazioni nelle quali i clienti hanno la facoltà di consumare i cibi e le bevande direttamente sul posto, grazie a tavoli forniti direttamente dagli organizzatori. In questo caso le soluzioni applicabili sono: 

  • noleggio stoviglie con servizio di ritiro e sanificazione;
  • utilizzo stoviglie proprie con lavaggio sul posto;
  • utilizzo stoviglie proprie con lavaggio esterno.

Per ciascuna delle tre soluzioni, la guida evidenzia le specifiche criticità e benefici.

Il noleggio stoviglie con servizio di ritiro e sanificazione comprende la consegna di piatti, posate, bicchieri e bicchierini, caraffe, ciotole, tazzine per caffè, ecc. in appositi contenitori e il ritiro degli stessi sporchi, che vengono lavati e sanificati presso la struttura del fornitore. Questo sistema ha come aspetto positivo, oltre alla riduzione del monouso, quello di sgravare gli organizzatori dall’acquisto e sanificazione dell’attrezzatura. Gli aspetti negativi si possono riscontrare nella difficoltà di trovare fornitori di questo servizio, nell’elevato costo e negli spazi di stoccaggio delle stoviglie noleggiate sporche.
Un’alternativa è l’utilizzo di stoviglie proprie con lavaggio sul posto. I punti di forza di questa modalità operativa si possono riscontrare nell’assenza di costo di noleggio dell’attrezzatura, nella riduzione dell’ingombro dovuta allo stoccaggio di stoviglie sporche e nella velocità di ripristino della fornitura (lavandola) in caso di necessità. Gli aspetti negativi individuabili sono gli allacciamenti alla rete idrica ed elettrica per l’utilizzo dei macchinari per la sanificazione, l’aumento del personale (che implica un costo aggiuntivo), la predisposizione di strutture e la disponibilità di attrezzature per il lavaggio.
Una soluzione ibrida alle due elencate in precedenza è l’utilizzo stoviglie proprie con lavaggio esterno. Gli aspetti positivi sono l’assenza del costo del noleggio delle stoviglie (rimanendo tuttavia in carico il costo di trasporto e lavaggio), l’ovviare a eventuali criticità tecniche (allacci idrici/fognari/elettrici) e il venir meno della necessità di strutture, attrezzature e personale per il lavaggio. Tra gli aspetti negativi invece, si evidenziano la gestione/stoccaggio delle stoviglie durante il resto dell’anno, il dimensionamento maggiore della dotazione di stoviglie rispetto alla soluzione con lavaggio sul posto e l’organizzazione della logistica per la sanificazione delle stoviglie, specie nel caso di eventi che durano più di un giorno.

 

La seconda macro-categoria, ovvero la somministrazione per il consumo d’asporto/“to-go, presenta anch’essa diversi possibili approcci per limitare o eliminare l’utilizzo di bicchieri/contenitori monouso:

  • “porta il tuo contenitore”;
  • vuoto a rendere;
  • vendita del contenitore riutilizzabile;
  • monouso a pagamento.

Tali approcci non sono esclusivi ma possono essere in combinazione tra loro, comportando anche maggiori benefici.
In merito all’approccio "porta il tuo contenitore", a seguito della legge n. 141/2019: “ai clienti è consentito utilizzare contenitori propri purché riutilizzabili, puliti e idonei per uso alimentare. L’esercente può rifiutare l’uso di contenitori che ritenga igienicamente non idonei”. Tale metodo può essere integrato con gli altri, così da ovviare al problema che si riscontrerebbe qualora i contenitori propri non siano idonei.
Il vuoto a rendere implica la possibilità per l’utente di restituire il contenitore riutilizzabile presso gli stand. Le modalità con cui questo “scambio” può essere effettuato sono diverse. Ad esempio, può essere presente o meno cauzione e la consegna e il ritiro del contenitore possono essere regolati tramite app. La vendita del contenitore riutilizzabile è un metodo simile, che tuttavia preclude allo spettatore la possibilità di restituire il contenitore, che rimarrà quindi di sua proprietà. Questo approccio, se implementato con il metodo “porta il tuo contenitore”, spinge gli spettatori ad utilizzare contenitori propri.
Il monouso a pagamento deve essere invece inteso come un disincentivo, da coniugare con i metodi sopraelencati. Si è riscontrato che il costo aggiuntivo del monouso a carico del cliente è un forte deterrente, che porta a scelte alternative. Un esempio noto che esula dal mondo degli eventi è quello delle shopping bag per la spesa, che non possono più essere cedute gratuitamente al consumatore ai sensi della legge n. 123/2017.

 

Se si vuole organizzare un evento, qualora si utilizzi un qualsivoglia approccio no monouso (#moNOuso), sono riscontrabili enormi benefici, quali:

  • minore impatto ambientale;
  • minor carico di lavoro e riduzione dei costi per le attività di gestione dei rifiuti e la pulizia dell’area;
  • minore ingombro per lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti raccolti;
  • reputazione positiva dell’organizzazione;
  • maggiori opportunità di sponsorizzazione;
  • minori costi di acquisto di contenitori monouso.

Per contro, organizzare eventi #moNOuso può determinare maggiori complessità organizzative generali come maggiori costi operativi (ad es. per noleggio e sanificazione) e/o minori entrate economiche.


Alessio Haberstumpf

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