Come contrastare lo spreco alimentare: buone pratiche da seguire

Le festività, in Italia soprattutto, sono accompagnate da pranzi e cenoni, protagonisti di queste giornate; purtroppo è anche il periodo in cui si registrano i picchi più alti di sprechi. Di seguito una serie di azioni volte a ridurre lo spreco alimentare durante le feste, ma anche nella vita di tutti i giorni.

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L’azienda Too Good To Go, che si occupa della diminuzione delle eccedenze alimentari, ha pubblicato una nuova ricerca1 in collaborazione con YouGov, con lo scopo di indagare le abitudini degli italiani durante le festività natalizie.
È emerso che quasi il 40% degli italiani spreca oltre ¼ del cibo acquistato e/o preparato; l’86% degli intervistati dichiara di sprecare cibo durante le festività natalizie.
Secondo la ricerca, 4 italiani su 10 avanzano maggiormente i dolci tipici quali panettone, pandoro e torte (nonostante l’alto costo). La classifica è seguita dal pane (35%) e dagli antipasti come salumi, stuzzichini o torte salate (25%).
Sulle soluzioni per evitare lo spreco prima-durante-dopo le feste, invece, gli italiani scelgono maggiormente di congelare gli avanzi (51%), condividere il cibo in eccesso (45%) e utilizzare ricette anti-spreco (43%).
Too Good To Go, che dal 2019 ad oggi ha salvato oltre 16.500.000 pasti, condivide altre buone pratiche che si possono attuare per diminuire il più possibile lo spreco degli avanzi natalizi:

  • stilare una lista della spesa accurata e dettagliata, con una pianificazione il più precisa possibile delle ricette e dei pasti previsti;
  • servire a tavola una porzione inferiore di cibo, invitando a chiedere il bis, piuttosto che riempire troppo il piatto e rischiare che ci siano degli avanzi;
  • informarsi su esigenze e/o preferenze alimentari dei propri ospiti, così da preparare delle pietanze gradite da tutti senza il rischio di sprecarle;
  • ricordare sempre le esperienze passate: se lo scorso anno sono avanzati determinati cibi, ridurne l’acquisto/la preparazione.

 

Altre due piattaforme incentrate sulla distribuzione del cibo in eccesso:

  1. La start-up Bestbefore, fondata alla fine del 2020, sta cercando di creare un modello che contrasti gli sprechi della grande distribuzione: acquista il cibo imperfetto, di fine stock o vicino alla scadenza e lo vende con sconti fino al 70%. Si tratta di prodotti che hanno difetti di confezionamento, packaging con grafiche non più in produzione, o a scadenza ravvicinata – pur specificando che non si tratta di alimenti che scadranno entro pochi giorni, ma di prodotti con scadenza entro 3-6 mesi. Dal suo avvio, Bestbefore ha salvato circa 2mila tonnellate di cibo.
  2. Altra start-up, nata anch’essa nel 2020, è Babaco market: il loro obiettivo è salvare e vendere frutta e verdura con piccoli difetti, quali forme simpatiche o misure diverse dal solito, che non vengono accettati dalla grande distribuzione, e per questo spesso destinati allo spreco. La maggior parte dei prodotti è fornita sfusa all’interno della scatola, per limitare l’utilizzo dei materiali di imballaggio, plastica in primis.

 

Per quanto riguarda il nostro capoluogo, fin dal 2015 singoli volontari, associazioni, aziende e istituzioni pubbliche sono impegnate nel recupero e nella ridistribuzione delle eccedenze alimentari, con una serie di attività incentrate sul contrastare l’impatto ambientale e sociale dello spreco alimentare.
Nel solo 2022 nella città di Torino sono stati recuperati 313.286 kg di cibo, successivamente ridistribuito a circa 6mila persone. Numeri importanti ottenuti dalle attività di recupero dei progetti RePoPP e Carovana Salvacibo, concentrati sull’ortofrutta e sui luoghi dove c’è un rischio maggiore che questa diventi rifiuto.

  1. Il progetto RePoPP, nato nel 2016, è un presidio sociale ed ecologico che si svolge nell’orario di fine mercato, e consiste in un’azione di recupero delle eccedenze in sette mercati cittadini, alla quale si affiancano la ridistribuzione in loco dell’ortofrutta invenduta e difficile da conservare per i giorni successivi, e un’attività di sensibilizzazione alla raccolta differenziata rivolta sia agli ambulanti che ai cittadini che frequentano i mercati. È importante infatti intrattenersi a parlare della centralità della riduzione degli sprechi, tenendo conto anche di come sono cambiati i mercati nel corso degli anni. Durante il 2022 sono stati recuperati e distribuiti 129.403 kg di frutta e verdura nei sette mercati, con beneficiari pari a circa 2.123 famiglie (dato medio mensile).
  2. Il progetto Carovana Salvacibo, avviato in pandemia, si occupa del recupero delle eccedenze prodotte dai grossisti all’interno del CAAT (Centro Agro Alimentare Torino) e da Battaglio S.p.A., per poi ridistribuirle agli enti cittadini che si occupano di contrastare la povertà nelle fasce della popolazione più in difficoltà. Nel solo 2022 il progetto ha recuperato 183.883 kg di cibo (principalmente frutta e verdura) per poi ridistribuirlo a 27 enti, con circa 4mila persone in stato di necessità. In accordo con le principali realtà del Terzo Settore cittadino è inoltre attivo il progetto Sabato Salvacibo, una mobilitazione di volontari in Italia che ogni sabato recupera e ridistribuisce l’invenduto di 18 mercati cittadini.

Le attività di contrasto allo spreco alimentare vanno oltre il recupero delle eccedenze: in collaborazione con il Mercato Centrale di Torino, dal lunedì al venerdì, una parte del cibo recuperato dal mercato di Porta Palazzo viene cucinato dagli Ecomori, che mescolano le cucine tradizionali dell’Africa Sub Sahariana con quella italiana, producendo nello stand “Banco Circolare” circa 250 pasti a settimana per sostenere persone senza fissa dimora (il cibo viene cucinato per alcuni dormitori cittadini e per gli enti che si occupano della distribuzione in strada).
In collaborazione con le Officine Ozanam invece, una parte della frutta recuperata al CAAT viene trasformata in composte.

 

In conclusione, lo spreco alimentare ha un impatto sia sulla società che sull’ambiente: è bene richiamare sia l’importanza di garantire l’equità di accesso al cibo, che l’importanza che la lotta allo spreco ha per la tutela dell’ambiente (ad esempio, la quantità di CO2 emessa in atmosfera in seguito allo spreco di cibo è paragonabile a quella prodotta dalle grandi potenze industriali – USA e Cina in primis).
In Italia, nonostante le molte e spesso lodevoli iniziative, mancano ancora l’informazione e l’educazione sul comportamento alimentare e sulle condotte di spreco, sia per i produttori che per i consumatori, rendendo talvolta le azioni poco incisive.

 

1 Lo studio completo non è pubblico, ma nella sezione “media” del sito ufficiale di Too Good To Go è è disponibile il comunicato stampa con le evidenze principali.

 


Alessia Santoro 

 

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Un occhio sullo spreco alimentare nel 2022
Festività = Spreco alimentare? No, se condividi, conservi e crei seguendo i consigli di Too Good To Go!
ANCI e Ministero dell’Ambiente alleati contro lo spreco di cibo: online il sito dedicato al Progetto.

Per approfondimenti:
Nuova ricerca di Too Good To Go: “A Natale circa il 40% degli italiani spreca più di un quarto di cibo” (Eco dalle città)
Dalle piattaforme online al recupero degli invenduti del mercato: il Natale è anti-spreco (Economia circolare)
Torino all’avanguardia nel recupero di frutta e verdura ai mercati (Eco dalle città)

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