Direttiva sulla riparazione dei beni usati – Right to repair (R2R)

Consiglio e Parlamento UE hanno raggiunto un accordo su uno dei capisaldi dell’economia circolare: il diritto alla riparazione, con la Direttiva Right to repair (R2R).

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La Commissione europea ha presentato, a marzo 2023, una proposta di legge che mira a garantire e regolare il diritto alla riparazione (Direttiva right to repair, R2R), con l’obiettivo di ridurre i rifiuti e l’utilizzo di materie prime, e di sostenere il settore delle riparazioni, rendendolo più accessibile e conveniente e creando posti di lavoro.

Questa Direttiva è stata discussa tra Consiglio e Parlamento europeo, che si sono accordati a inizio febbraio, nell’ottica di favorire la riparazione dei beni difettosi rispetto al loro smaltimento per prolungare la durata di vita dei prodotti, per proteggere l’ambiente e sostenere un’economia più circolare.

La proposta fa parte della Nuova agenda dei consumatori e del Piano d’azione per l’economia circolare, che integrano altre recenti legislazioni volte a promuovere il consumo sostenibile, come il Regolamento ecodesign, che promuove la produzione di prodotti riparabili, e la direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde (Direttiva greenwashing), che consentirà ai consumatori di prendere decisioni di acquisto più informate.


Molto spesso, quando un qualsiasi prodotto si rompe o è difettoso, è più facile comprarne uno nuovo piuttosto che farlo riparare, soprattutto quando la garanzia legale è scaduta.
Le nuove norme invece, sono pensate per rendere la vita dei beni più lunga, grazie al diritto di avere, anche dopo la scadenza della garanzia legale, riparazioni più facili e convenienti.

Le misure centrali dell’accordo raggiunto in sede di trilogo sono:

  • l’obbligo di riparazione: la direttiva prevede l’obbligo per il produttore di riparare prodotti domestici comuni, e la Commissione, nel tempo, potrà introdurre requisiti di riparazione per nuovi prodotti, attraverso il Regolamento ecodesign, che saranno quindi aggiunti all’elenco dei prodotti coperti dalla direttiva R2R;
  • il modulo europeo di informazione: in parallelo con l’obbligo di riparare, i produttori saranno tenuti a informare i consumatori di tale obbligo, mediante un modulo europeo sulle riparazioni, che contiene informazioni chiare come le condizioni di riparazione, il tempo per terminare i lavori, i prezzi, i prodotti sostitutivi, ecc;
  • tempi e prezzi “ragionevoli”: il testo concordato prevede che i produttori effettuino le riparazioni necessarie entro un tempo ragionevole e, a meno che il servizio non sia fornito gratuitamente, anche a un prezzo ragionevole, in modo da incoraggiare i consumatori a scegliere la riparazione. Tuttavia, l’accordo mantiene anche il diritto dei consumatori di scegliere tra la riparazione e la sostituzione dei prodotti difettosi entro il periodo di responsabilità del venditore incluso nella garanzia;
  • accesso semplice ai prezzi delle riparazioni: l’accordo obbliga i produttori a fornire informazioni sui pezzi di ricambio nel loro sito web, a renderli disponibili a tutte le parti del settore della riparazione a un prezzo ragionevole;
  • un anno di garanzia sui riparati: viene garantita l’estensione di un anno della garanzia legale per i beni riparati (questo periodo può essere ulteriormente prolungato dagli Stati membri);
  • divieto di ostacolare la riparazione: è stato introdotto il divieto per i produttori di utilizzare clausole contrattuali, tecniche hardware o software per ostacolare le riparazioni; in particolare, non dovranno ostacolare l’uso di pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D da riparatori indipendenti;
  • piattaforme per la riparazione: per facilitare il processo di riparazione, verrà creata una piattaforma online europea, con sezioni nazionali, attraverso la quale i consumatori potranno trovare negozi di riparazione locali, venditori di beni ricondizionati, acquirenti di articoli difettosi o iniziative di riparazione gestite dalla comunità, come i repair cafè;
  • misure a favore della riparazione: ogni Stato membro dovrà introdurre almeno una misura per promuovere le riparazioni, come buoni e fondi per le riparazioni, campagne informative, corsi di riparazione o sostegno agli spazi di riparazione gestiti dalla comunità, oppure, una riduzione dell’aliquota IVA sui servizi di riparazione.

Dopo l’approvazione definitiva della direttiva da parte del Consiglio e del Parlamento e la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE, gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale.

La coalizione “Right to Repair Europe“, che rappresenta più di 130 organizzazioni, si rallegra del fatto che i consumatori europei avranno un migliore accesso alle riparazioni a prezzi accessibili per alcuni prodotti selezionati, ma chiede regole più ampie. Inoltre punta il dito contro la possibilità di sostituzione nel caso di danni.


Alessia Santoro 

Per approfondimenti:
Diritto alla riparazione, direttiva verso l’entrata in vigore (Economia circolare)

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Approvata la Direttiva Europea: Stop al Greenwashing e Nuove Norme per la Sostenibilità

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