Approvata la Direttiva Europea: Stop al Greenwashing e Nuove Norme per la Sostenibilità

In una mossa significativa per contrastare il fenomeno dilagante del "greenwashing", il Parlamento Europeo ha recentemente approvato una direttiva volta a porre fine a pratiche commerciali ingannevoli e a promuovere la responsabilità ambientale da parte delle aziende. Il greenwashing, una strategia di marketing sempre più diffusa, vede numerose aziende, soprattutto multinazionali, presentare la propria attività come ecosostenibile senza apportare modifiche sostanziali alla sostenibilità lungo l'intera catena di produzione e distribuzione. In altre parole, il greenwashing consiste nell'attribuirsi ingiustificatamente un'impronta ecologica positiva, sfruttando termini come "ecosostenibile" o "verde" per attirare i consumatori senza effettuare cambiamenti reali. 


Se desiderate esplorare ulteriormente questo argomento, vi invitiamo a consultare l’articolo precedentemente pubblicato che offre una panoramica approfondita sul fenomeno del greenwashing.


A novembre, i deputati europei hanno ratificato la direttiva, consolidando la posizione dell'Europa come la regione più severa nel supervisionare e regolamentare le dichiarazioni ecologiche diffuse al pubblico, con l'obiettivo deciso di contrastare il greenwashing e la programmazione dell'obsolescenza dei prodotti.
La normativa, proiettata per entrare in vigore entro il 2026, si propone di mettere al centro la responsabilizzazione dei consumatori, con l'intento di semplificare le loro scelte orientandole verso opzioni più sostenibili: eliminare dichiarazioni fuorvianti sulle etichette dei prodotti faciliterà scelte d'acquisto più consapevoli. 
Le disposizioni principali si concentrano su divieti chiave come l'utilizzo di espressioni quali "climaticamente neutro", "naturale", "eco” o “ecologico", "biodegradabile" sui prodotti, a meno che le aziende non dimostrino chiaramente le prestazioni ambientali eccezionali.
Il decreto impone divieti sulla compensazione delle emissioni, con l'intento di prevenire l'uso di pratiche discutibili di contabilità del carbonio. Restrizioni sull'uso di etichette verdi non provenienti da certificazioni approvate, dichiarazioni di durabilità non comprovate, e sollecitazioni a sostituire materiali di consumo prematuramente sono anch'esse applicate. La presentazione ingannevole degli aggiornamenti software come essenziali, quando migliorano solo le funzionalità, e la proposta di merci come riparabili quando non lo sono, sono vietate.
Inoltre, si mira a prevenire dichiarazioni ingannevoli riguardanti l'intero prodotto quando valgono solo per parte di esso. Sarà vietato anche affermare che la vita di un prodotto è di una determinata lunghezza o che può essere utilizzato con un certo livello di intensità se ciò non è veritiero. 
Per semplificare le informazioni sui prodotti, si prevede di autorizzare solo etichette di sostenibilità basate su sistemi di certificazione ufficiali o stabiliti da autorità pubbliche.
Con l'approvazione di questa direttiva, l'Unione Europea si pone all'avanguardia nella protezione dei consumatori da informazioni fuorvianti e nella promozione di pratiche commerciali più responsabili. Attraverso divieti mirati e normative stringentemente applicate, si delinea un futuro in cui i consumatori possono fare scelte informate e sostenibili, contribuendo così a una transizione verso un'economia più consapevole.


Lorenzo Nigro 

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Per approfondimenti

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Greenwashing: verso nuove regole sui prodotti sostenibili  (Parlamento Europeo)

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