EPR sui rifiuti tessili: aggiornamento della Direttiva

I regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR – Extended Producer Responsibility) nel settore tessile sono una delle misure centrali nel testo approvato dalla Commissione Ambiente del Parlamento UE per migliorare il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti tessili. Ma secondo alcune associazioni, senza ridurre la produzione di materiali e stabilire obiettivi per la prevenzione dei rifiuti si ottiene una soluzione ancora parziale.

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Con l’approvazione avvenuta a febbraio, da parte della Commissione Ambiente del Parlamento europeo, della proposta di revisione della Direttiva Quadro sui rifiuti, l’Unione Europea agisce in merito alla transizione verso un’economia circolare anche nel settore tessile.
Entro 18 mesi dall’entrata in vigore della nuova Direttiva, i Paesi dell’UE dovranno istituire dei regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR): chi produce, distribuisce e importa prodotti tessili nel mercato interno sarà obbligato ad avviare un sistema per la raccolta di abiti e tessuti e a coprirne i costi, con lo scopo di migliorare il riutilizzo e il riciclo di alta qualità.
Entro il 2025, inoltre, gli Stati membri avranno l’onere di garantire la raccolta differenziata dei prodotti tessili per il riutilizzo e il riciclo dei materiali.

Questa revisione va a migliorare la versione precedente della Direttiva, estendendo l’applicazione delle nuove regole a tutti i prodotti tessili, inclusi quelli non domestici: abbigliamento e accessori, coperte, biancheria da letto, tende, cappelli, calzature, materassi, tappeti, e prodotti che contengono materiali affini ai tessili come cuoio, pelli ricostituite, gomma o plastica.
Viene estesa anche la definizione di importatori, con l’inclusione delle piattaforme di vendita online.
È prevista, infine, un’indagine più efficiente dei rifiuti urbani misti, in modo da raccogliere dati più precisi sui rifiuti tessili non raccolti correttamente, e una supervisione sui prodotti tessili usati esportati.


 

Tuttavia, secondo l’associazione Zero Waste Europe, il comitato Rreuse e la rete di associazioni ambientaliste European Environmental Bureau (EEB), c’è ancora margine di miglioramento: le condizioni dell’attuale proposta vengono accolte con favore, ma viene sottolineato come il focus sia ancora posizionato sull’aumento della quota di riciclo, piuttosto che sulla prevenzione e il riutilizzo dei tessili.

Secondo questi gruppi, considerando la stima di rifiuti tessili prodotti ogni anno nel territorio dell’Unione Europea (circa 12,6 mln di tonnellate), è importante che i sistemi EPR siano incentrati sulla riduzione delle risorse utilizzate, tramite la gerarchia dei rifiuti che pone la prevenzione e il riutilizzo dei tessili al di sopra del loro riciclo, recupero e smaltimento.
Bisogna ad esempio incentivare i produttori a progettare gli articoli pensando alla durata, al riutilizzo e alla riparabilità, e sostenere il settore della rivendita di abiti usati.

 


Negli Stati in cui i sistemi EPR (per i quali ad essere responsabile del fine vita è chi produce i beni) sono stati messi in pratica, questi hanno influito positivamente sui tassi di riciclo, riuso e riutilizzo, come dimostra la Francia, prima in Europa con una Legge del 2007 sulla responsabilità estesa del produttore: dal 2014 a oggi il tasso di raccolta in Francia è aumentato del 40%, e nel 2022 il 59,5% dei prodotti tessili raccolti è stato riutilizzato e il 31,3% riciclato. Recentemente anche l’Olanda ha previsto un meccanismo simile, mentre in Italia al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica si lavora a una bozza di documento per regolare il meccanismo, ma ci sono punti poco chiari e dubbi sollevati dalla filiera.


 

L’iter legislativo della proposta di revisione della Direttiva Quadro sui rifiuti (2008/98/CE) è cominciato su stimolo della Commissione europea nel luglio del 2023. L’approvazione ha previsto il voto dell’assemblea plenaria del Parlamento europeo a marzo 2024, prima della pausa in vista delle elezioni europee a giugno. Sarà dunque il nuovo Parlamento UE a seguire il dossier nei successivi negoziati con il Consiglio europeo, per arrivare alla pubblicazione della nuova direttiva in Gazzetta ufficiale entro il 31 dicembre 2024.

 


Alessia Santoro 

 

Per approfondimenti:
EPR nel settore tessile, bene ma non basta: dubbi sulla revisione della direttiva quadro sui rifiuti (Economia circolare)

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Entra in vigore l’obbligo di raccogliere in modo differenziato il rifiuto tessile

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