COP28: Un mese dopo l'approvazione dell'accordo, alcune riflessioni

È trascorso un mese dalla conclusione della COP28 a Dubai, un evento che, secondo alcuni, ha segnato un punto di svolta cruciale nella lotta globale contro il cambiamento climatico, secondo altri invece, sembra ripetersi nel copione di precedenti conferenze climatiche non in grado di arrivare ad un cambiamento decisivo.


Per la prima volta in 28 anni di conferenze sul clima, un documento finale menziona in modo chiaro tutti i combustibili fossili. Tuttavia, esso contempla l'allontanamento graduale dall'uso di tali combustibili, ed è proprio questa gradualità a generare opinioni contrastanti, suscitando le critiche del mondo ambientalista che ritiene la formulazione non sufficientemente incisiva per affrontare la necessità di ridurre drasticamente l'utilizzo di tali fonti energetiche.


La COP28 ha visto la partecipazione di quasi 200 paesi, l'attenzione si è concentrata sul Global Stocktake, un processo quinquennale volto a valutare i progressi degli stati in merito agli impegni sottoscritti nell'Accordo di Parigi del 2015. Nonostante l'accordo raggiunto rappresenti un passo significativo, emergono preoccupazioni riguardo alla presunta carenza di impegni finanziari per attuare le misure stabilite.
Il Global Stocktake ha suscitato critiche, con voci che sollevano dubbi sull'eccessiva libertà concessa all'industria dei combustibili fossili. La lobby di quest'ultima sembra accogliere positivamente l'invito a sviluppare tecnologie per mitigare il cambiamento climatico, come la cattura e lo stoccaggio del carbonio, nonostante le considerazioni sulla loro sicurezza e scalabilità.
Il proposito del Global Stocktake di fornire linee guida ai paesi per rivedere e controllare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni è stato al centro delle critiche. Attualmente, gli attuali contributi nazionali non sembrano sufficienti per contenere l'aumento entro i limiti stabiliti, e senza cambiamenti significativi, si prevede un aumento di 2,9°C entro il 2100. La temperatura attuale, già superiore di circa 1,4°C, si avvicina pericolosamente al limite critico di 1,5°C, mentre le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera raggiungono livelli senza precedenti.
Sebbene l'impegno a triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030 sia stato ben accolto, le critiche si concentrano principalmente sui finanziamenti per affrontare l'emergenza climatica, considerando gli investimenti di 188 milioni di dollari insufficienti.
Le preoccupazioni si estendono anche all'Accordo sul Fondo per le Perdite e i Danni, con i finanziamenti attuali ritenuti inadeguati. Emergono richieste in favore del principio del "chi inquina paga", con particolare enfasi su maggiori contributi finanziari da parte dei principali emettitori di gas serra, tra cui gli Stati Uniti. La gestione del Fondo da parte della Banca Mondiale solleva dubbi, alimentando richieste di un approccio rispettoso dei diritti umani e coinvolgimento della società civile nelle decisioni finanziarie.
 


Lorenzo Nigro

 Per approfondimenti:

Cop28, ecco lo storico accordo sul clima raggiunto a Dubai: “transition away” dai combustibili fossili entro il 2050 (la Repubblica)

È stato approvato l’accordo della COP28 (il Post )

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