La “doggy bag”, uno strumento contro lo spreco alimentare nella ristorazione

Diverse ricerche hanno analizzato l’approccio che gli italiani adottano quando si avanza del cibo in un ristorante, mentre al Governo avanzano due proposte mirate a rendere le cosiddette “doggy bag” un’opzione obbligatoria per i ristoratori.

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FIPE-Confcommercio (Federazione Italiana Pubblici Esercizi – l’associazione leader nel settore della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo) e Comieco (Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica), durante una conferenza stampa di fine gennaio, hanno presentato un'indagine sulla pratica del portare a casa gli avanzi dei pasti non consumati al ristorante, per promuovere un dibattito su come sensibilizzare i consumatori e i ristoratori, nonché fare il punto sull’utilizzo della doggy bag, oggetto di alcune proposte di legge.
Da questa ricerca è emerso che solo il 15,5% dei cittadini porta a casa il cibo non terminato, nonostante la maggioranza dei ristoranti (91,8%) sia attrezzata per consentirlo. La percentuale scende al 11,8% se si considera il vino, invece del cibo.
Secondo ristoratori e consumatori, la riluttanza di questi ultimi a fare tale richiesta può essere spiegata con imbarazzo, scomodità del portarsi dietro un contenitore, o indifferenza.
Tuttavia, dai dati emerge come tra i consumatori sia in crescita la consapevolezza di ridurre gli sprechi alimentari: il 74% è favorevole alla possibilità di portare via il cibo non consumato, e per il 22% di questi è una variabile importante da considerare nella scelta del ristorante.
Durante l’evento, FIPE e Comieco hanno rinnovato la loro collaborazione che, nel 2019, ha lanciato il progetto “Rimpiattino“: il progetto ha consentito di distribuire ai ristoranti aderenti all’iniziativa (875 ristoranti di 22 diverse città) circa 24.000 contenitori di carta appositi, per portare a casa il cibo e il vino non consumati a tavola. L’obiettivo è continuare a promuovere questa iniziativa, in quanto sensibilizza sulle buone pratiche riguardanti i temi dello spreco alimentare e del valore del cibo.

Un sondaggio condotto dall’Osservatorio Waste Watcher International ha invece rivelato che i consumatori sono tendenzialmente favorevoli alla doggy bag per portare via il cibo non terminato al ristorante: il 47% degli intervistati ha dichiarato di volerla avere sempre a disposizione nei locali, mentre il 32% ha consigliato di dotarsi di borse e contenitori riutilizzabili; il 26% degli intervistati ha inoltre suggerito ai ristoratori di fornire un opuscolo con consigli e ricette per il consumo a casa degli avanzi e la creazione di nuovi piatti a partire dal cibo avanzato.

Vanno in questa direzione due recenti disegni di legge, che hanno come obiettivo comune «contribuire a contrastare lo spreco alimentare»:

  • la prima proposta, presentata in Senato a dicembre, prevede, oltre all’obbligo di fornire le doggy bag se richieste, anche l’esposizione di un logo all’esterno dei locali per informare la clientela della possibilità di portare a casa i propri avanzi;
  • la seconda proposta, presentata a gennaio alla Camera, prevede, in breve, l’introduzione di un obbligo per i ristoratori di fornire contenitori usa e getta ai clienti che lo richiedono, per portare a casa gli avanzi del pasto o delle bevande non terminati.

I pareri dei ristoratori a riguardo sono articolati – nella maggior parte dei casi sono favorevoli all’utilizzo delle doggy bag, ma non a renderle obbligatorie per legge. Vengono citate come perplessità: la limitazione dell’esperienza dei clienti, che idealmente dovrebbe iniziare e concludersi in sala; il costo richiesto ai ristoratori per l’acquisto dei contenitori, che finirebbe per ricadere sugli stessi clienti con un aumento dei prezzi; il fatto che anche senza obbligo, sia una pratica già in uso.
Viene sottolineato tuttavia che con l’approvazione della legge, il ristoratore sarebbe tenuto a fornire la vaschetta solo se richiesta dal consumatore, poiché la legge mira unicamente a garantire ai clienti che tale richiesta non possa essere rifiutata.


 

Per quanto riguarda l’Europa, negli ultimi anni diversi paesi hanno adottato delle leggi per rendere obbligatorie le doggy bag nei ristoranti, poiché considerate utili per tutelare i consumatori – che pagano per quello che ordinano e dovrebbero avere il diritto di portarselo via – e per limitare il più possibile gli sprechi alimentari. Nel 2022 in Spagna è entrata in vigore una legge che obbliga i ristoratori a fornire le doggy bag ai clienti che ne fanno richiesta e a informarli di questa possibilità prima dell’inizio del servizio. In Francia la legge che obbliga a fornire le doggy bag è entrata in vigore nel 2021, anche se da allora è stata criticata da molti ristoratori, che la considerano poco igienica e non incline alla loro cultura.

 


Si può tuttavia considerare che, nonostante le doggy bag siano un buon strumento da consolidare, è necessario stabile una corretta gerarchia di priorità e individuare buone pratiche volte alla riduzione dello spreco alimentare, che potrebbero assecondare le perplessità espresse dai ristoratori.
Per far sì che l’esperienza dei clienti inizi e finisca in sala, l’azione potrebbe partire dai ristoratori: ripensando ai menù e alle porzioni da servire nel proprio ristorante, seguendo la stagionalità e le richieste dei clienti. In particolare, laddove si dovesse notare una grande richiesta di portar via il cibo avanzato, si potrebbe pensare di servire porzioni di cibo inferiori di default, o comunque di offrire al cliente la possibilità di chiedere una porzione ridotta, o di scegliere la porzione del piatto (small, regular, large) quando si ordina qualcosa.
Per evitare il costo di acquisto dei contenitori, e il conseguente aumento dei prezzi dei piatti, si potrebbe invece introdurre la possibilità di portare il proprio contenitore per concedere ai clienti di portarsi a casa il cibo non terminato: per quanto sia meno immediato rispetto alla vaschetta usa e getta, potrebbe essere un’ottima pratica per limitare l’uso di queste ultime, contribuendo comunque a ridurre eventuali sprechi di cibo nel settore della ristorazione. Tale azione seguirebbe il modello della Legge 141/2019 (modifica del DL 111/2019), che dà la possibilità di portare nei supermercati i propri contenitori riutilizzabili da casa, purché puliti e richiudibili. Una criticità di questa legge tuttavia è il fatto che sia poco diffusa, poiché poco conosciuta sia tra i cittadini che tra i dipendenti del settore, quindi bisognerebbe agire anche su questo fronte.


Alessia Santoro 

Per approfondimenti:
Spreco di cibo: doggy bag obbligatoria nei ristoranti, la proposta di Legge presentata alla Camera | Il testo (Eco dalle città)
Spreco alimentare, solo il 15,5% degli italiani chiede la doggy bag (Eco dalle città)
Da dove viene questa idea della “doggy bag” (il Post)
Dall’Ue obiettivi vincolanti per ridurre lo spreco alimentare (Eco dalle città)

Leggi anche:
ANCI e Ministero dell’Ambiente alleati contro lo spreco di cibo: on line il sito dedicato al Progetto.
Come contrastare lo spreco alimentare: buone pratiche da seguire

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