La scorsa settimana Confservizi Piemonte ha lanciato l’allarme per cui dal 2025 in Piemonte sarà raggiunta la capacità massima delle discariche presenti, mentre il termovalorizzatore di Torino (che smaltisce 530mila tonnellate per anno) non sarebbe in grado di soddisfare tutto il fabbisogno regionale.
Confervizi richiama pertanto la Regione Piemonte ai suoi compiti di pianificazione affinché metta in campo azioni specifiche per affrontare la situazione prima che divenga critica. Tra le possibili alternative ipotizzate oltre all’esportazione dei rifiuti verso altre Regioni, vi sarebbe l’ampliamento delle discariche attuali o la costruzione di nuove, l’ampliamento del termovalorizzatore del Gerbido o la realizzazione di uno nuovo.
La prima di queste risulta costosa e contraria alla logica della prossimità nella gestione dei rifiuti. Le ultime due opzioni sono attualmente allo studio della Regione.
Legambiente, in risposta, ha lanciato l’appello “No a nuovi inceneritori in Piemonte!”. L’associazione sostiene che se il Piemonte raggiungesse gli obiettivi del Piano Regionale 2025 (tra cui raccolta differenziata al 70%), bisognerebbe gestire in futuro un quantitativo di rifiuti indifferenziati tale per cui la capacità dell’impianto del Gerbido sarebbe sufficiente. Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, afferma dunque: “I quattro anni che ci separano dalla presunta emergenza vengano utilizzati per lavorare, in accordo con la normativa europea, su riduzione, riuso e raccolta differenziata.”
Per approfondimenti:
Un altro inceneritore o il Piemonte dovrà esportare e interrare i suoi rifiuti, Corriere della Sera
Piemonte, allarme rifiuti nel 2025: "Servirà un altro inceneritore", La Repubblica
Piemonte, per il secondo inceneritore spunta l’ipotesi Novi: “Gestito in partnership con la Liguria”, La Repubblica