Pubblicato il quinto rapporto del Circular Economy Network sull’economia circolare in Italia

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Martedì 16 maggio è stato presentato a Roma il Rapporto sullo stato dell’economia circolare in Italia. Il testo è a cura del Circular Economy Network (CEN), in collaborazione con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA).

Il Rapporto ha lo scopo di  documentare la performance del nostro Paese attraverso il monitoraggio dell’andamento dei principali indici di circolarità nell’economia italiana. Il cambio di paradigma da un’economia lineare ad un’economia circolare ha l’obiettivo di diffondere il più possibile l’adozione delle cosiddette 3R: riduzione (del consumo e della produzione di rifiuti), riutilizzo dei beni e riciclo.

Il Circular Economy Network evidenzia come la performance mondiale dell’economia circolare sia  purtroppo non soddisfacente. Il rapporto documenta infatti che nel 2023 solo il 7,2% dell’economia globale è considerabile circolare, dato in diminuzione rispetto al 9,1% registrato cinque anni prima. La buona notizia è che l’Italia si conferma leader di circolarità tra le principali 5 economie europee, seguita da Spagna, Francia, Germania e Polonia.
Come viene misurata la circolarità di un sistema? Gli indicatori scelti per rilevare tale aspetto si basano sui principi della Dichiarazione di Bellagio, approvata nel 2020 dall’Environmental Protection Agencies Network. Nello specifico, la circolarità delle principali economie europee è misurata utilizzando i seguenti 7 indicatori: tasso di riciclo dei rifiuti; tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo; produttività delle risorse; rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali; quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia; riparazione; consumo di suolo.

Oltre al settore produttivo industriale, uno degli elementi più incisivi sulla circolarità dell’economia è sicuramente rappresentato dalle scelte e dagli stili di consumo di beni e servizi. A tal proposito, il Rapporto contiene un'indagine, condotta dal CEN e Legacoop in collaborazione con IPSOS, su un campione rappresentativo di cittadini italiani, con lo scopo di evidenziare il livello di circolarità nelle scelte di consumo nel Paese. In particolare, questo studio fa emergere una resistenza dei consumatori ad acquistare prodotti rigenerati o usati, con una più lieve inclinazione alla riparazione. Il nodo principale da sciogliere sembra essere il pregiudizio nei confronti di tali beni, considerati meno affidabili (36% degli intervistati) e meno duraturi (46% degli intervistati). 
Per quanto riguarda i modelli di consumo “alternativi”, come per esempio noleggio, sharing e leasing, l’indagine evidenzia una maggiore propensione della popolazione nella fascia di età 18-30, e, dall’altro lato, una maggiore resistenza nella fascia degli over 65. In generale però, lo studio ipotizza una futura e potenziale propensione per tutta la popolazione ad aprirsi a questi nuovi servizi e stili di consumo più circolari, stimando che fino all’82% degli italiani acquisteranno un prodotto usato e fino al 64% ne prenderanno uno a noleggio.

Servono quindi iniziative per incentivare azioni circolari, come maggiore disseminazione di informazioni per contrastare falsi miti, incentivi economici per favorire l’acquisto di prodotti ricondizionati e infine l’adozione di un sistema di certificazioni per rassicurare gli acquirenti sulla bontà e longevità del prodotto.


Anna Ferrari

 

Per approfondimenti:

Circular Economy Network – Sintesi del 5° Rapporto sull’economia circolare in Italia 2023
European Environment Agency – Enabling consumer choices for a circular economy

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