Quando si deve decidere se buttare o meno un prodotto alimentare è molto importante fare attenzione alla data di scadenza riportata sull'etichetta: molte ricerche infatti hanno individuato tra le principali cause dello spreco alimentare domestico l'errata comprensione delle date. Per ridurre lo spreco che, ricordiamo, riguarda circa un terzo di tutto il cibo prodotto annualmente nel mondo, è fondamentale conoscere bene la differenza tra le date di scadenza indicate.
Il Regolamento (UE) 1169/2011 disciplina le indicazioni relative all'etichettatura dei prodotti alimentari, definendo cosa sono il Termine minimo di conservazione (TMC) e la data di scadenza.
- Il TMC è la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà organolettiche specifiche, sempre se conservato in adeguate condizioni lungo tutta la filiera. La sua determinazione compete al produttore o al confezionatore ed è apposto sotto la loro diretta responsabilità.
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Il TMC dev'essere indicato con la dicitura "da consumarsi preferibilmente entro il", se la data indica il giorno, il mese e l’anno, oppure "da consumarsi preferibilmente entro fine" negli altri casi.
- Dunque i prodotti etichettati con il TMC possono essere tranquillamente consumati anche se la data è stata superata, poichè non ci sono pericoli sanitari ma solo una variazione delle loro caratteristiche organolettiche (profumo, sapore, croccantezza ecc...).
Per altre informazioni consulta l'infografica.
Fonte: rielaborazione Città metropolitana di Torino da Il Fatto Alimentare
Alimento | Durata | Consumabilità oltre il TMC | Perdite organolettiche | Rischio microbiologico se consumato dopo TMC |
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Caffè macinato | 12-24 mesi | Entro 1 anno | Perdita di aroma e sapore | Irrilevante |
Olio extravergine d'oliva | 12-18 mesi | Entro 1 anno | Perdita di aroma e sapore | Irrilevante |
Conserve, sottaceti e salsa di pomodoro | 2-3 anni | Fino a 1-2 mesi | Irrilevanti | Irrilevante |
Pasta, riso | 24-30 mesi | Fino a 1-2 mesi | Irrilevanti | Irrilevante |
Biscotti, crackers | 6-8 mesi | Fino a 1 mese | Poco rilevanti | Irrilevante |
Succhi di frutta | 6-12 mesi | Fino a 6 mesi | Perdita di sapore | Irrilevante |
- La data di scadenza si utilizza nelle etichette di prodotti alimentari molto deperibili dal punto di vista microbiologico e che quindi, dopo un breve periodo dalla scadenza, potrebbero costituire un pericolo immediato per la salute.
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Deve essere indicata utilizzando la frase "da consumare entro", seguita dalla data stessa o dall'indicazione del punto della confezione dove figura. E' espressa con l’indicazione del giorno, del mese ed eventualmente dell’anno e prevede che siano obbligatoriamente indicate anche le condizioni di conservazione.
- I prodotto etichettati con la data di scadenza non devono essere consumati se è stata superata, poichè l'alimento è considerato a rischio sanitario.