ALLARME DISCARICHE: ESAURITA LA CAPIENZA IN 3 ANNI

Secondo il report realizzato da The European House – Ambrosetti, per A2A e presentato il 5 settembre a Villa d’Este a Cernobbio (Como), gli impianti di smaltimento dei rifiuti del nostro paese esauriranno la loro capacità di accoglimento rifiuti entro 3 anni. Ovviamente tale dato è una media complessiva nazionale, che vede tale esaurimento avvenire fino a meno della metà del tempo stimato in alcune zone del Meridione (come Sicilia e Sardegna) .

L’Europa afferma che entro il 2035 bisogna riciclare il 65% dei rifiuti (il 65% di raccolta differenziata avremmo già dovuto raggiungerlo quasi 10 anni fa) e il conferimento in discarica non deve superare il 10%. Secondo questo studio, per far fronte alla necessità di smaltimento di rifiuti indifferenziati, l’Italia avrebbe bisogno di 6 o 7 nuovi impianti di termovalorizzazione con un investimento tra 2,2 e 2,5 miliardi di euro.

Lo stesso studio afferma inoltre che, se tale divario impiantistico venisse colmato ad una velocità maggiore rispetto all’attuale tasso di riempimento delle discariche, con un investimento complessivo di circa 4,4 miliardi si genererebbe un indotto fino a 11,8 miliardi, con un gettito per lo Stato di 1,8 miliardi di euro e una riduzione della tassa sui rifiuti per le famiglie superiore a 550 milioni di euro e una consistente riduzione delle emissioni di CO2 (circa 4 milioni di tonnellate, ovvero l’equivalente di tutte le emissioni prodotte nel nostro paese dalla produzione metallurgica di ferro e acciaio).

Il report Ambrosetti evidenzia però come tale obbiettivo sarà difficile da raggiungere: in questi anni i comitati NIMBY (acronimo di Not In My Backyard, letteralmente Non Nel Mio Cortile) di tutta Italia hanno considerevolmente rallentato la realizzazione di questo tipo di infrastrutture. Tali comitati hanno esercitato pressione su enti locali e decisori nei territori interessati, rallentando gli iter autorizzativi per la realizzazione degli impianti. Un dato indicativo di quanto questo fenomeno rallenti il processo di transizione impiantistico è rappresentato da un 60% del tempo totale di realizzazione di termo valorizzatori impiegato per ottenere le dovute autorizzazioni. Tale porzione di tempo è perlopiù costituita da tempi morti dovuti al rinvio di pareri tra enti, mancanza di termini perentori e sovrapposizione di competenze tra enti locali (Comuni, Provincie e Regioni).

Per contrastare questa tendenza che causa il rallentamento della realizzazione degli impianti, stanno nascendo i comitati PIMBY (Please In My Backyard, ovvero Per piacere Nel Mio Cortile) con l’intento di favorire la realizzazione di questo tipo di infrastrutture.

La necessaria realizzazione di moderni impianti per il trattamento di rifiuti deve però essere accompagnata da interventi, ormai non più procrastinabili, di riduzione dei rifiuti (allungamento della vita utile dei beni, riduzione drastica di beni ed imballaggi usa e getta, …) e di miglioramento della progettazione di beni (ecodesign), al fine di minimizzare complessivamente i rifiuti prodotti e di quelli non riciclabili in particolare.

 

Per approfondire ulteriormente i contenuti del report si rimanda al seguente link 

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